Attenzione! Dal momento in cui finirete di leggere, avrete otto minuti e quattordici secondi per memorizzare e distruggere queste pagine (un consiglio: eseguite queste due operzioni in tale ordine). Altrimenti le eliminerà qualcun altro, al posto vostro. Con sistemi e strumenti che potrebbero non piacervi.

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D’all’esterno, sembra una semplice base militare: qualche capannone, una piazzola d’atterraggio per elicotteri, un centro per gli ufficiali, una torre di controllo… Ma è soltanto una copertura, sotto la quale (letteralmente) si nasconde il cuore del Centro Ricerche Avanzate dell’Esercito. CRAE, per gli amici. Al centro del campo, mimetizzato nel terreno, c’é infatti il gigantesco portellone d’accesso a quello che gli addetti ai lavori chiamano “il cilindro”, cioé il Dept. 51 vero e proprio.
La struttura sotterranea è composta da 72 livelli a forma di anello, ripartiti in tre blocchi sovrapposti di dimensioni decrescenti (dall’alto al basso).

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All’interno di ogni blocco, soltanto il personale autorizzato può usare gli ascensori per spostarsi da un livello all’altro.
I tre blocchi sono separati da due compartimenti a tenuta stagna richiudibili, posti rispettivamente fra i livelli 30 e 31, e fra il 50 e il 51.
Il primo livello è il centro di raccolta e smistamento del materiale.
I livelli dal 2 al 30, corrispondenti al primo blocco, sono operativi. Ospitano gli alloggi dei militari e i principali centri di ricerca. In questa zona è sistemata anche gran parte dei sistemi anti-intrusione.
Il secondo blocco, dal livello 31 al 50, ospita i laboratori per le ricerche avanzate e gli alloggi degli ufficiali.
Il terzo blocco, dal livello 51 al 71, contiene gli archivi di massima sicurezza del Dept. 51. Quelli per la cui integrità, in caso di emergenza, può essere sacrificato tutto il resto dell’apparato. Quì si trova anche l’ufficio del generale responsabile del CRAE. E questo è tutto. Perché che cosa ci sia al livello 72 non è divulgabile. Ed è meglio così.

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