Titolo: Dalle stelle
Autore: Simone “MxM” D’Anastasio
Età consigliata dall’autore: 14+
Timeline: dopo Pk2 #18
Genere: drammatico/azione
Recensioni:

  • Trauma: MxM fa apparire un Gorthan molto più malinconico del solito ma pur sempre un Gorthan poeta. Una storia che può essere messa quasi all’altezza di “Frammenti di autunno” e “Mekkano”.
  • John Brass: Un racconto che inizialmente mostra un’aria misteriosa e piena di suspance ma che poi mostra la sua vera natura poetica.
  • Bill: Una fan-fiction con elementi molto caratteristici dei Pk classici ma, allo stesso tempo, molto distante da essi. Molto belli i collegamenti con “Mekkano”, “Trauma”, “La fine del mondo” e l’ormai classico “Vittime di guerra” di Silverware.
  • MxM: Okay, forse sembrerò un pò egocentrico , ma urge spiegare che quest’opera, la prima della Trilogia Zero che apre la mia serie Pk3, ufficialmente è il numero Pk3 #Zero/0, ed è volutamente FARRAGINOSA E PESANTE NELLA PRIMA PARTE, MA VELOCISSIMA NELLA SECONDA, NELLA QUALE VI E’ LA RISOLUZIONE DEL TUTTO. Perchè? Perchè voglio rendere bene l’idea della situazione, cioè Pk disorientato e che non riesce a ragionare, quasi in disparte. Dal numero 2/Zero le cose andranno meglio x lui e per i lettori! 😉

DALLE STELLE by MxM

Prefazione

Il racconto che qui segue è ambientato nel 2007, cioè 5-6 anni dopo la partenza di Everett Ducklair dalla Terra. La lettura del suddetto presume una almeno minima conoscenza di Pkna, Pk2 e della doppia fanfiction Vittime Di Guerra e Futuro Imperfetto di Silverware.

Nella fiction Dalle Stelle, primo episodio della mia trilogia “Pk Paperinik Trilogy: Beyond The End”, che si impegna a fornire una base solida per un’ipotetico continuo della serie Pklassica (Pkna e Pk2), non vi sono riferimenti sessuali di alcun tipo, ma per la presenza di alcuni elementi di linguaggio volgare e di violenza, sebbene moderati al massimo possibile dal sottoscritto, perciò la lettura è sconsigliata ai minori di 14 anni. L’autore non si assume responsabilità per eventuali danni causati dal contenuti.

Vi auguro buona lettura!

MxM

Dedica

A Silverware, in primis, per avermi fatto sognare con la sua Vittime Di Guerra/Futuro Imperfetto, le quali consiglio a tutti, sul sito Pkers – Join The New World!. Poi, a Trauma, per avermi dato la possibilità di creare questa Fanfiction . E, dulcis in fundo (maledizione al dizionario del computer, che non conosce manco il latino) un unico, immenso, irraggiungibile grazie al grande Paperinik-Pk, perché sei stato IL nostro fumetto, irreparabilmente sacrificato per piacere agli americani, ai quali non sei mai arrivato, e di questo, lo so, non te ne importa nulla. Ci hai lasciato definitivamente (?) il 20 febbraio 2007, dopo che essere stato stuprato, violentato,usato in ogni modo possibile. Ma i nostri sogni non moriranno. Noi Pkers non ci dimenticheremo mai di te, di Uno, di Lyla, del Razziatore, di Everett, di Kronin, di Gorthan, di Zondag, di Zoster, degli Evroniani in generale, di Xadhoom, di Odin Eidolo (ma guarda un po’, Uno se ne è prese due di commemorazioni.) Ci lasci con questo:

Ho avuto tutto, tranne una cosa:

unica

immensa

irraggiungibile

Noi Pkers l’abbiamo avuta.

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Paperinik Trilogy

Beyond The End

Episode I

Dalle Stelle

Cap.1: Fuoco e Ombre

Casa di Paperino

ore 3.27 am

-No…no…ANNNNNNNNNNNNYARRGHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!!!

Ecco, ancora. Paolino Paperino si era svegliò in preda a un incubo in cui egli stesso rischiava di venir disintegrato da allegri e incazzatissimi alieni viola, oppure guardava partire un UFO da un grattacielo del centro.

-Diosantissimo, ma perché?

Non riusciva proprio a raccapezzarsi. Erano passati quasi 4 anni da quando era sceso l’ultima volta ne suo rifugio nel sottosuolo, per appendere definitivamente alla stampella il costume e la mascherina di Paperinik. Dopo aver fatto ciò, aveva murato la porta del terminale sotterraneo dell’ascensore. Gli sembrava una vita che non scendeva lì sotto, eppure l’ultima volta era stata appena uno, al massimo due anni prima, quando aveva ricoperto di intonaco il chiusino da dove, aveva sognato, era uscito Profunda, alias Everett Ducklair (sì , bè, così credeva Pk), ovvero quello che si sarebbe rivelato un alieno del pianeta Corona padre di due figlie, Juniper e Korinna (la vera Profunda), fuggito per salvare le due ragazze da un terribile destino, alle quali, ironia della sorte, non aveva potuto salvarle. Certo, 4 anni alla fine potevano non essere tantissimi, per dimenticare, ma Paperino Pikappa l’aveva completamente rimosso per tutto quel tempo, fino alla settimana prima. Ora viveva, nella notte, i Flashback della sua Pkarriera, fino a quando, stanco di essere inutile (oramai tutti l’avevano quasi dimenticato, e la Polizia riusciva a fronteggiare la malavita senza di lui) si era accomiatato da Lyonard d’Aq e aveva deciso la morte dell’ex Pikappero.

Ma ora la notte, quello stesso papero riviveva, in un commisto di tristezza e sensi di colpa..

Paperino mise un disco nello stereo, per cercare di dimenticare la notte.

In my defence what is there to say
All the mistakes we made must be faced today
It’s not easy now knowing where to start
While the world we love tears itself apart
I’m just a singer with a song
How can I try to right the wrong
For just a singer with a melody
I’m caught in between
With a fading dream…

Non sogni, ma ricordi.

***

Wolf Canyon

ore 3: 42 am

Wolf Canyon è uno dei pochi posti della zona di Paperopoli in cui è ancora possibile vedere le stelle. Così vicine, ma così lontane, eppure sembrano così lontane… lontane…mentre una brilla di più e si avvicina. Ancora, ancora di più, sempre di più, accidenti è veloce, per sempre veloce, irrimediabilmente veloce, quasi fosse un Angelo Serafino (“Se Dio ci avesse voluti Angeli, ci avrebbe dato le ali.”). Un minuto e mezzo dopo, l’Angelo era atterrato nel Canyon.

Luce tra le ombre.

*** Freddie Mercury “In my defence”

Cap. 2: Il ritorno dell’Angelo

Neve. Solo neve. L’unico elemento che Paperino vedeva intorno a sé, mentre avanzava con gli scarponi affondati nel bianco sino allo stinco. Improvvisamente, egli si accorse del fumo che veniva da dietro la duna di ghiaccio, e iniziò a correre in tale direzione, o meglio tentò di dirigersi verso destra visto che, dopo 2 o 3 passi lunghi, cadde col becco in mezzo alla neve. Un senso d’angoscia lo prese, senza motivo, in modo orribile, in preda al panico, mentre un campanile usciva dalle fiamme che davano origine alla colonna di fumo nero che s’ingrigiva nel cielo bianco, come fosse caffè che s’unisce al latte.Tutto gli era immensamente chiaro, la risposta era vicina, eppure inafferrabile, lontanissima. Il campanile, seppure in procinto di essere divorato completamente dalle fiamme, faceva un suono che si perdeva nella valle innevata, mentre Paperino soffocava, in piedi all’orrore: dlin dlon, dlin dlon, dlin dlon, dlin dlon….

E il papero si svegliò con rendendosi conto che era il campanello, non il campanile, a emettere quel petulante suono. A metà strada tra l’addormentato e il rincoglionito, andò ad aprire la porta, dimenticando la prima regola delle Giovani Marmotte: mai e poi mai aprire la porta di notte se non sei sicuro di chi ci sia dietro. Il buon Paperino non avrebbe giammai commesso simil errore, ma davvero, e sottolineo davvero, era morto di sonno per quei maledetti ricordi o sogni che lo tormentavano. Poteva esserci un ladro, o un assassino, o chissà cosa altro lì fuori, ma invece si ritrovò davanti l’ultimo essere che avrebbe mai immaginato in quella situazione. E SOPRATTUTTO IN CASA SUA! Il suo commento fu solo uno, eloquente, soffocato dalla sorpresa:

-Diosantissimobenedettocreatoreditutto…

Cap .3: Notti di caccia

-Allora, Ykroon?

-Niente, signore. Il ricercato è sparito dai nostri tracciati.

-E gli altri due?

-Nulla, signore. Scomparsi da settimane.

-Dovevamo prenderli allora…

-Impossibile, signore. Non eravamo attrezzati.

-COME????!!!!???

-Non c’erano strumenti o mezzi d’atterraggio. Il soggetto G1 aveva distrutto la nave cargo durante l’ultimo scontro.

In quel momento, si accese un puntino sul display verde scuro con la scritta:

G1 Subject Locked

-Porco yostly…

Cap.4: L’uomo venuto da lontano

-E voi chi sareste????

Tuonava Paperino, nella disperata messa in scena di un patetico bluff.

-Lo sai chi sono. Almeno quanto io so chi sei tu, eroe.

-Eh?????Ma come fai a sapere che….D’oh!

S’era tradito, non gli rimase che ammettere la sconfitta. O meglio, non gli sarebbe rimasto altro che ammettere la sconfitta, se non fosse stato così turbato da chi gli era appena apparso alla porta.

Non lo vedeva da anni, ma non era cambiato per nulla.

Era Gorthan.

Paperino si era trovato in contatto con il capo-branca solo una volta, quando si era confrontato con Mekkano, il droide inglobatore di Takeda. Da allora, era il ’98, non aveva avuto più notizie di alcun genere concernenti Mister Treccine, avrebbe voluto chiedergli come conoscesse la sua identità segreta, l’ubicazione della sua casa, cosa diamine ci facesse a CASA SUA. Eppure, come accade a volte in certe situazioni, fece una stupidissima domanda:

-Non potevi aspettare fino a domani mattina??!!??

Gorthan alzò il il sopracciglio (anzi, l’avrebbe fatto se ce l’avesse avuto, un sopracciglio…)

e rispose, con un tono particolare:

-Ti prego, Paperinik, fammi entrare! Siamo in pericolo!!!

“Tanto per cambiare…” pensò il papero. Ma in realtà si soffermava su quel tono di voce.

Non freddo, autoritario, come lo ricordava, ma basso, formale, come quello di…un terrestre.

***

E.H. Kommandos Krieg 1, Krieg 5 e Krieg 9 sul ponte Zeldaarer-Sgrier! Prepararsi al distacco! Incrociatori classe Ev-Hunter Cyrbraak, Ziopeer e Ritryaahnk ai gate 3,4 e 5!

Come piccole meteore, le tre navi uscirono dalle porte a distanza di pochi istanti l’una dall’altra, sparendo nell’atmosfera gassosa di Giove.

-Qui capokommando Seradon a base Jargor D: stiamo entrando nell’atmosfera del pianeta Ioop 45, come previsto, per schermarci da eventuali radar e/o satelliti, tra 4.3 spetung perderemo il contatto.

Vi daremo notizia dell’avvenuto collegamento appena possibile.

-Procedere, Seradon.

-Sissignore, gloria a….<braak> Il contatto saltò.

Cap.5: Finchè le stelle non si spegneranno

Paperino fece entrare Gorthan. A dire il vero, esitò per diversi minuti, prima di capire che quella non era la migliore, ma l’unica cosa da fare. E poi Gorthan era cambiato. Se non fosse stato per l’aspetto più superficiale, non lo avrebbe riconosciuto. Era innegabilmente diverso. Non era quel fiero e prestante evroniano che aveva allegramente tentato due o tre volte di farlo secco, ma aveva nei suoi affossati occhi azzurri un’aria di indicibile ed infinita tristezza.

-Okay nemico, dimmi tutto quello che sai di me,anche quello che IO non so, e soprattutto COME lo sai…

– E sia. Io…io…ho bisogno del tuo aiuto eroe.

-Questa poi! Un evroniano che ha bisogno del misero Pk!

-Io non sono un evroniano. Non più.

-Cosa?????????????????

-Rammenti la mutazione che era iniziata anni fa?

-Sì, quella per la quale avevi rischiato di farti accoppare dall’Imperatore!

-L’ho completata, nel Pozzo. Sono riuscito, dopo essere stato arrestato dall’Impero, a farmi ridare fiducia un’ultima volta. Per finire gli esperimenti e diventare un…uomo.

Non immagini perché arrivai qui, perché disobbedii agli ordini, perché cercarono di uccidermi?

Perché io avevo imparato…ad AMARE.

Durante una ricognizione sulla Terra, dopo la sconfitta di Trauma, venni in contatto con degli umani. Già avevo la mano sull’Evrongun, quando vidi il…terrore…nei loro occhi. E soprattutto negli occhi di una donna, bellissima, indifesa, come tutti i suoi compagni. Erano scienziati, nella Regione dei Grandi Laghi Africani, studiavano, lavoravano per la loro specie. Ero solo con loro. E non potei farlo. In quel momento arrivò un altro evroniano, chiedendomi perché non avessi coolflamizzato i terrestri, ma non aspettò risposte: puntò la sua pistola contro gli scienziati, contro la donna. Non glielo lasciai fare, oh no, l’uccisi prima. Lo centrai con un colpo di Evrondisgrer preciso, cadde morto ai miei piedi.

– E’…è…orribile!

-Lo so. Ma è stata l’ultima cosa da evroniano che io abbia mai fatto. Comunque solamente quando ebbi schiacciato l’Evrongun sotto i miei piedi, lei s’avvicinò.

Gorthan ritornò con la memoria a quei momenti, a Lei, che gli sedeva accanto, mentre gli altri scienziati la spiavano incuriositi e al contempo sospettosi riguardo a quel…quel…”quel” che sembrava volerle essere così vicino…

.-Come hai detto di chiamarti,scusa?

-Gorthan. Il mio nome è Gorthan.

-Bello! Sai, ricorda molto i nomi delle divinità tribali di queste zone!

-Ah. E tu?

-Lilith. Lilith Bruceburton. Sono laureanda in Antropologia, come mia sorella Lucy. Ma tu non hai una vita, una famiglia?

Vita e famiglia. Due parole che Gorthan si rese conto di non conoscere per nulla. Era vita la sua vita, la vita di un evroniano? No, era solo esistenza. Una vita che non conosce altro che rabbia, odio

e crudeltà. E comprese che non era giusto. Comprese di volere vivere. Non voleva esistere per studiare, combattere e morire. Voleva esistere per vivere. Ma era combattuto. Una parte di lui stava conoscendo per la prima volta l’amore. La gioia gli illuminava l’Anima, questa sconosciuta. Avrebbe voluto saltare addosso a Lilith, baciarla, abbracciarla, stare insieme a lei, in un enorme abbraccio infinito, da lì alla fine dei tempi, fino a che le stelle non si sarebbero spente.

Eppure c’era in lui quel che di figlio di Evron, devoto all’Imperatore e al Consiglio Imperiale, desideroso di risucchiare ogni emozione a quell’essere così diverso, così lontano, coolflamizzarla, portarla alla nave, dopo aver ucciso anche quegli infidi degli altri scienziati.

In quel momento, si accorse di averla abbracciata.

***

-Qui capokommando Seradon. Stiamo uscendo da Ioop 45. Tempo di arrivo previsto: 52 unità medie di tempo terrestri.

-Eccellente.

-Richiediamo novità dal satellite ad ampio spettro 1/098.

-Avete un rilevatore MIS 97 sull’icrociatore.

-Le capacità del suddetto non hanno nulla di paragonabile al satellite, signore. Chiediamo delucidazioni sull’ubicazione di G1.

-Stabile, pari al rilevamento 1/098 precedente. Procedere come programmato.

-Sissignore. Passo e chiudo.

***

-TI ERI INNAMORATO DELLA SORELLA DI LUCILLE BRUCEBURTON????????????????

-I Bruceburton sono le persone migliori che abbia mai conosciuto. Non gliene è mai importato nulla di chi fossi io.

-Gesù, che casino… -riprese Paperino, mezzo intontito dallo tsunami di parole del Capo-Branca.

-E poi, Gorthan? Accidenti, mezz’ora prima quasi coolflamizzi una donna e mezz’ora dopo lei è cotta di te??!?

-Non so spiegartelo neppure io. Sai bene che mi ero sottoposto da tempo ad esperimenti che mi avevano dotato di un quoziente intellettivo e di una sensibilità fuori dal comune. Non so perché avvenne, ma ero innamorato di lei. Volevo restarle vicino per sempre, ma da evroniano non potevo farlo. Così, in seguito, modificai il mio corpo per renderlo simile a quello di un uomo: Ero diventato un uomo. Ogni tanto ritornavo sulla Terra di nascosto per vederla, e un giorno Lilith mi diede la più meravigliosa notizia che abbia mai conosciuto: aspettava un bambino.

Paperino rimase a bocca aperta, incapace di spiccicare parola, e Gorthan continuò.

-Decisi che finalmente dovevo andarmene in maniera definitiva da Evron, e preparai la mia fuga, aiutato solo dal mio fido (almeno così credevo) assistente militare, Seradon.

Quando ero pronto per partire, la Guardia Militare tentò di arrestarmi. Riuscii nel mio intento a costo della vita di molti evroniani e di danni causati alla mia nave dalla Contraerea, danni così gravi da costringermi ad atterrare qui d’urgenza.

A sentire l’ultima frase, Paperino non fu capace di trattenersi e gridò:-MEKKANO!!!

-Sì. Non ti sei mai chiesto quale fu il motivo del mio atterraggio?

-No.

Il papero ricordava una caratteristica ben precisa di Gorthan, cioè la sua AMPOLLOSITA’.

In questo proprio non era cambiato.

-Volevo tornare definitivamente a Duciji, per vivere come l’umano che ero diventato fisicamente, ma che dovevo dvenire mentalmente. Quando ero pronto, Seradon, rivelò all’Imperatore che volevo scappare, e quest’ultimo mi mise alle calcagna gli EHK…

-Ekhe?

-EHK, Evron Hunting Kommandos, i cacciatori di taglie dell’imperatore. Per fortuna avevo cancellato dalla memoria di Seradon l’esistenza della mia famiglia, ma non quella del mio piano di fuga, né quella della mia…MUTAZIONE. Credevo di potermi fidare, diamine…

-Gorthan, è tardi, ho sonno. Arriva al punto.

-Arrivai nel Canyon per un atterraggio di fortuna, giacchè l’Africa era troppo lontana, ed io ero danneggiato. Quando mi ritrovarono in Mekkano, fui portato davanti al Consiglio Imperiale, che decise la mia incarcerazione in un apposito laboratorio del Pozzo. E questo fu il loro errore- Gorthan accennò un sorriso furbesco –Perché io pianificai di nuovo la fuga, col potente computer del laboratorio, e soprattutto imparai a conoscere TE. Solo tu potevi aiutarmi nel mio intento.

Mi tenevo in contatto con il computer con la mia famiglia, certo era triste, ma almeno potevo vedere mia figlia Nariin crescere. E poi…cadde l’Impero. Il Pozzo fu abbandonato, e io fuggii indisturbato.

Tornai a Ducji e mi ricongiunsi alla mia famiglia. Ieri ho saputo dai rilevamenti del satellite a rilevazione neutrinica che lanciai due anni fa che gli EHK mi stavano cercando. Devono sapere tutto…Ho bisogno d’aiuto, Pk.

-Dove sono tua moglie e tua figlia, Gorthan?

-In un eremo in Tibet, a Dhasam-Bul.

-COOOOOOSAAAAA???????????

-Quando tornavo sulla Terra, mi fermavo spesso lì per controllare la mia natura Evroniana. Non c’è posto più sicuro, ma dobbiamo andarci subito.

-Potevi dirmelo subito invece di tenermi mezz’ora inchiodato qui!

Paperino esitò un poco: stava per correre in camera sua per prendere l’arsenale, e vestire l’armatura Mastersuite Ice Tattic , l’ultima che Uno avesse potuto costruirgli, simile all’armatura Paperinik 3.0, ma potenziata e adattabile automaticamente ad ogni temperatura, e salire sulla Pikar, ancora una volta, e indossare l’Extransformer. L’avrebbe fatto?

Per 4 anni aveva vissuto senza Pikappa, e ora stava per rifarlo. Per cosa? Per vivere di tristezza, malinconia e insulti?

No, grazie.

-AAAAAAAAARGGGGGGGHHHHHH!!!!!

***

-Avvicinamento in corso, zona di Noom1, o Satellite Luna. Qui Seradon, novità?

-Sì. Obiettivi L e K identificati, zona del Tibet.

-Passo e Chiudo.

Cap.6: Dietro il vetro

-Gorthan!

-S-Stanno arrivando!!!!!!!

-Chi?

-EHK!

Stavolta Paperino, anzi Pk, corse sulle scale, arrivò in camera e scese nel rifugio che una volta la settimana teneva in ordine, come pure le armi.

Non aveva dubbi. Non più. Non poteva ignorare la preghiera di un padre di famiglia. Non si fidava di Gorthan, ma non dubitava della sua sincerità. Non poteva. Quando risalì, armato di tutto punto,si accorse che l’Evroniano era in cucina, davanti alla finestra. Sembrava un fantasma, aveva uno sguardo che mai Pk avrebbe detto proprio degli Evroniani: era immensamente triste, l’unica cosa che desiderasse davvero era in pericolo…anche per colpa sua. Così, pian piano, Pk scorse una lacrima scendere dal becco aguzzo di Gorthan e infrangersi in decine di gocce calde nel lavabo.

Un Evroniano che piange.

E Paperinik si scoprì a piangere, anch’egli. Quel singhiozzo sembrava miele, che sciogliesse un grandissimo nodo che da troppo tempo torturava l’Eroe. Non gliene fregava nulla di frenare le lacrime, erano troppo dolci per essere cattive. Troppo…Troppo dolci.

-Forza Gorthan, abbiamo tanta strada da fare…

Cap.7: Rabbia

La Pikar sfrecciava nella buia notte paperopolese, proprio nel punto più freddo e oscuro, quello che precede l’alba.

-Come farai a giustificarti col lavoro e i tuoi nipoti?

-I miei nipoti sono in gita, e il lavoro…be’, telefonerò…un paio di settimane di ferie arretrate le posso usare. Comunque farti un po’ gli affari tuoi non ti guasterebbe.

Gorthan si era infilato alla meno peggio nell’abitacolo, che Pk aveva cercato di allargare un po’ , a costo di stringersi alla follia.

-Sul tuo Gcruiser c’è spazio per due?

-Sì.

Arrivati a Wolf Canyon, i due atterrarono. Gorthan demimetizzò la sua nave, Pk mascherò la Pikar con il comando Densomorfico, trasformandola in un…cassonetto. “Be’, sempre meglio di niente.” pensò. In quel momento, vi fu un balenare di luce argentea che fu seguito da un sibilo e da un rombo, mentre alcuni pezzi di roccia cadevano per terra. Gorthan e Pk si gettarono istintivamente sul suolo, proprio quando un nuovo colpo sfiorava il reattore superiore della nave, posizionato sul tettuccio.

-PORCA PUTTANA!

-SERADON!!!!!

Un evroniano vestito di blu con un mantello rosso si ergeva imponente sul suo disco individuale, attorniato da altri evroniani in tenuta sempre blu, ma scura e provvista di inserti gialli.

Seradon possedeva diversi inserti bionici, come nella parte sinistra del becco e sulla fronte, dallo stesso lato. Anche un occhio, il destro, era bionico.

-Ciao Gorthan! Ti sei divertito, razza di cervello di Yostly? Sono anni che non ci vediamo!

-RAAAAAAAAAAAGHHHH!!!!!!

Gorthan non aspettò oltre: spiccò un balzo spettacolare, probabilmente coadiuvato da un qualche congegno, e a mezz’aria gridò:

-LANCIAAAHHHHH!!

Nella sua mano comparve allora una striscia di metallo mutageno, che in pochi secondi si trasformò in una vera lancia. Una delle estremità, quella che Gorthan teneva in alto, era a chela di granchio aguzza, l’altra pareva la base di un cono tronco rovesciato, bucato nella parte larga.

La lancia si abbattè istantaneamente su due guerrieri alla sinistra di Seradon, il quale, stupito, non potè far altro che guardare l’ex capobranca lacerare la gola dei due soldati, e inondare di liquido giallo ocra i soldati vicini, i quali, poco dopo, condivisero lo stesso destino. Pk, dopo aver stordito altri quattro evroniani, si accorse della mattanza e fermò Gorthan, che aveva ucciso un numero imprecisato di EH Kommanders.

-NOOOOOO!!!!!!

Gorthan colpì l’impotente Seradon con il piatto della chella e lo spedì senza francobollo a stamparsi sulla pietra.

-Ora, brutto sporco Weewr, dimmi perché non mi lasciate in pace!

-Eh eh eh…non si sfugge al Triumvirato…cervello di Xarbeegh, tu, tua moglie e tua figlia siete morti…morti, lurido stronzo…ci sono altre due squadre EH che stanno andando a Dhasam-Bul per spazzare via l’eremo…

Pk s’illuminò. I poteri che aveva appreso tempo addietro da Everett Ducklair stavano ritornando, come avvertissero il pericolo: ecco perché aveva sognato l’eremo in fiamme!

Seguì il silenzio.

Dopo alcuni secoli composti di pochi secondi, Gorthan parlò.

-Dammi quel disgregatore che t’ho lanciato poco fa, Pikappa.

-Okay, ma…

-Per favore.

Il tono pacato non ammetteva repliche. Pk passò il mitra a Gorthan, e prima che l’Eroe potesse fare qualcosa o PENSARE di fare qualcosa, Gorthan premette il grilletto.

BRAKARAAKAKAKAARAKAKAKABRAAAAKARAAKBREAAAAAAAAAKKKKKKK!!!!

Egli sparava senza lasciare mai il grilletto, tenendo con una mano l’mpugnatura e con l’altra la canna. Quando il caricatore fu vuoto, il cadavere di Seradon si accasciò lasciando una copiosa striscia di liquido giallo ocra: l’Emoevron, gli avrebbe detto Gorthan. Più simile alla linfa delle piante che al sangue, è il liquido vitale degli Evroniani.

Senza parlare oltre, Gorthan si diresse verso la sua nave.

Cinque minuti dopo, il Gcruise volava sopra l’oceano pacifico.

Cap.8: Neve

Tibet, mezz’ora dopo.

-Oh no, siamo arrivati tardi!

-Shhhh!

-Gorthan dove vai?Gorthan?GORTHAN!

Davanti all’eremo due navi evroniane sostavano, mentre I guerrieri portavano via una donna con in braccio un fagotto abbastanza ingombrante.

A Pk si gelò il sangue: era Nariin, la bambina di Gorthan.

Il capobranca intanto correva nella neve, senza che nessuno si accorgesse di lui. Pk non potè far altro che pronunciare:-Scudo.- E seguirlo.

Gorthan era avanti di buoni due-trecento metri, vicino al reattore di uno dei due velivoli. I suoi occhi erano fuori dalle orbite, l’ex capobranca aveva lo sguardo che Paperinik aveva scorto prima, durante l’uccisione di Seradon, lo stesso, folle guardare che contraddistingueva Xadhoom, pieno d’odio, di rabbia, ma anche di incolmabile tristezza e sofferenza.

In quell’istante, il vascello si sollevò da terra e schiacciò alcuni evroniani. Gorthan prese una pisttola e iniziò a far fuoco a destra e a manca. Morirono così in pochi momenti circa sette evroniani, mentre un soldato dall’armatura eguale a quella del fu Seradon si fece avanti.

-ZORGHAAN!!Maledetto! Ma allora gli EHK sono divenuti tane di feccia!

-Potere e Potenza, Gorthan.

-Vaffanculo.

-Cosa odo! Un evroniane di casta alta che impreca come uno sporco terrestre!

-Voglio ammazzarti. Ora.

Gorthan si tolse l’armatura e rimase a petto nudo, solo con la lancia in pugno.

Zorghaan fece la stessa cosa. Entrambi erano incuranti del fatto che facesse un freddo inenarrabile, fatto sta che saltarono immediatamente uno addosso all’altro. Senza esitazione, con le lance in mano. Si ferirono, si picchiarono, si insultarono, sotto gli occhi increduli e impotenti di Paperinik, dei monaci e di Lilith. Alla fine, mentre l’Emoevron schizzava a destra e a sinistra, sciogliendo man mano la neve intorno. Gorthan e Zorghaan erano feriti e sanguinanti (si fa per dire) e non parlavano nemmeno più, per risparmiare fiato. Alla fine, Zorghaan si lanciò sull’avversario e lo accecò slealmente con una luce incorporata nella lancia, poi lo infilzò nel fianco in modo trasversale, verso l’altro fianco. Gorthan sputò Emoevron e cadde a terra.

-NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!- Gridò Pk, prima di saltare addosso a Zorghaan. –BASTARDO MALEDETTO!!!! FIGLIO DI PUTTANA!!! CREPA!!! CREPAAAAAAAAAAA!!!!!!!!!!!

Così dicendo tirò fuori i due alrtigli e li sprofondò nel petto dell’evroniano, uccidendolo sul colpo, mentre le lame si infilavano, sempre di più, sempre di più, veementi e folli al pari di Pk.

-Gorthan!NEMICO!!!NOO!

– Ah…Muoio…Lilith, amor mio…

-AMORE! TI PREGO! NON MORIRE! TI PREGO

-E’ inevitabile ormai…ma non ti preoccupare Lilith, lui è…l’Eroe…ci aiuterà…ci aiuterà…vero,Pk?

-S-sì, lo prometto. Ora e sempre.

-Addio amore, addio cara-E baciò la fronte della bambina che dormiva, ignara.-Addio Eroe…vi ho voluto…bene…

E Gorthan spirò.

FINE DEL PRIMO EPISODIO

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