Titolo: Guerra di frontiera (Ep.1)
Autore: Simone “MxM” D’Anastasio
Età consigliata dall’autore: 12+
Timeline: non è inseribile in un periodo preciso, necessita la conoscenza di tutta la saga di Pkna.
Genere: azione/drammatico
Recensioni:

    • Everett: Interessante soprattutto il passaggio da una sequenza all’altra e come queste ultime siano inesorabilmente collegate. . . aspetto il seguito !!! Un ottimo lavoro, per ora !
    • Trauma: Gran bella fanf! Mi piace l’idea della famiglia di Xadhoom, anche se in PKNA non c’e’ alcuna referenza della loro esistenza. Comunque molto bella!

GUERRA DI FRONTIERA (ep.1) by Simone MxM D’Anastasio

 

Capitolo I

Oltre l’equatore

 

-Quanto vuoi????

-Un milione di dollari americani. In contanti. Questa è roba che scotta.

-Scotta quanto?

-Tantissimo. Vita, miracoli et omissioni di Fenimore Cook.

-E perché non le denunci alla Polizia, all’FBI,alla CIA, a chissò io? I servizi governativi di mezzo mondo hanno un dossier così su Cook.

-Non mi fido della giustizie, Jargy. Dovresti saperlo. Io sono finito in galera, e Fenimore Cook è di nuovo presidente della Nuova Zelanda. Sta tartassando il Commonwealth per separarsi definitivamente dalla Gran Bretagna e…

-Scusi, è lei Mr.Pickett?

-Sì. Che vuoi da me?

-Niente.

Portò le mani alla cintura. Era alto sul metro e ottanta, nascosto in un impermeabile, cosa comprensibile, visto l’acquazzone che stava innaffiando Wellington.

-Niente di personale- disse cacciando una pistola dalla forma astrusa -scusami.

Pickett avrebbe voluto gridare: -NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!

Ma il respiro gli morì in gola.

>>>SBRAAANNNNGGG!<<<

Un raggio quasi invisibile,tanto era veloce, lo colpì alla vita, cancellando una fascia alta 20 cm del suo piccolo corpo.

-ghhhh….

Jargy Wilson prese a fuggire.

“Inutile.” Pensò così l’essere.

SBRANG! E la testa di Jargy esplose.

uscendo dal vicolo, innescò la granata.

KASBRAKRAAAM!!!!!

Forse si illudeva che l’esplosione potesse anche cancellare i ricordi amarissimi, di quelli peggiori, che non se ne vanno mai.

Ma di cancellare i ricordi non è capace neppure la più grande delle guerre.

***

-Fatto, Mr.Cook.

-Bravo,bravo. I tuoi capi mi hanno chiamato dicendomi che hanno un lavoro per te. Sai degli accordi che presi con loro, no?

-Sì, Mr.Cook.

-Bene…Dì un po’…che ne diresti di tornare a casa?

 

Capitolo II

Altrove

 

-Perdonami…

Lei non parlava.

-Ti prego Elyse…Perdonami.

-Non sono una santa, non devi pregarmi.

-Tu sei santa per me Elyse. Ogni mio pensiero felice inizia con te, ed ogni pensiero infelice inizia quando mi rendo conto che non ci sei più, perche io ho sbagliato*. In trent’anni non ho fatto altro che lottare per non dimenticarti, Elyse.

-No. Tu non hai cercato di ricordarmi, hai cercato di rimpazzarmi, con i tuoi droidi costruiti a mia immagine e somiglianza.

-No…

-Sì Leonard. Sì.

-NOOOOOOOOOOOO!!!

-Arrivederci, Leonard. Alla prossima.

-NON ANDARE! PERDONAMI! PERDONAMI ELYSE! PERDONAMI!!!!!!!

Ma Leonard Vertighel si accorgeva, nella sua disperazione, di stare parlando al nulla. Al vuoto che aveva assorbito il suo cuore.

-Perdona…

Lei non c’era più.

 

[*= NB: Citazione dell’Uomo Ragno…Grazie Stan!]

 

 

Capitolo III

Il buio sordo

 

Mothership Zondag

Tholus Maximus

-Fenimore Cook ha ricevuto il messaggio, Vostra Altezza. Lui e Il Debitore sono in viaggio verso X-371.

-Uff…le sigle…così fredde, sterili…Dillo col suo nome, Capobranca Zreex.

-N-Nova Xerba.

-Sembra che tu abbia paura Zreex, possibile che tu debba essere un mollusco in ogni parte della tua vuotissima vita??? Vattene!

“Bastardo…Ma presto ti renderò pan per focaccia…”

Uscito dalla Tholus, entrò nel suo laboratorio, ammirando i suoi progetti.  Una vita da zerbino racchiusa in decine di equazioni.

 

Capitolo IV

Verità

-E’ qui, Odin?

-Affermativo. Sei nel bel mezzo del Simpson Desert*.

-Brrr….Fa un freddo cane…Ma non potevi mandarmici di giorno?

-Certo, certo, per farti evaporare ogni goccia di acqua nel tuo corpo o per incontrare degli    aborigeni?

-Ma gli aborigeni non sono aggressivi per forza! Con la tua intelligenza sei pure razzista?

-Ovviamente no, ma confido nella tua capacità di incasinare a dovere qualunque cosa!

-“incasinare”? Da quando in qua usi termini come quello?

-Zitto.

-Incasinare! Lo hai detto! Ah ah ah!

-CHIUSURA TRASMISSIONE COMMEXTRANSFORMER IN CORSO…

-Ehi ehi ehi! Scherzavo! Cavolo sei…

FWOOOOSHHHH!!!!!

-Oddio…

-PK! MA CHE STA SUCCEDENDO? COS’ERA QUEL RUMORE? PK! PK!

Pk non lo sentiva. Il rumore del velivolo che gli era comparso di fronte era abnorme.

In un istante, il papero sentì la sabbia del deserto mancarli sotto i piedi e alzò la testa.

Non si vedeva più nulla, quell’oggetto che si teneva in volo ad una decina di metri da terra era prima avvolto dal buio, e solo le poche luci avevano potuto fargli capire che si trattava di un UFO lungo circa 15 m e largo più di 7. Ora però il buio sembrava essere esploso, Paperinik si trovava in un cono di luce accecante, non riusciva bene neanche a vedere di che colore fosse, era incapace di aprire gli occhi, ma su tutto avrebbe voluto capire perché.

***

Xaren era in volo. Sotto di lui, migliaia di metri più in basso, si estendevano gli oceani, i deserti, le montagne. E tutto ciò lo intristiva. Ogni cosa esistesse gli aveva sempre rammentato la sua casa, Xerba. Erano passati 11 anni. Quel giorno, il suo mondo così felice, la sua famiglia, la sua gente, i suoi amici, erano crollati addosso a lui, sulle sue spalle, forti ma non abbastanza per reggere una stangata simile. Perché le bastonate della vita colpiscono le spalle solo metaforicamente. Invece il cuore, quello viene colpito a fondo. Si aprono ferite, ematomi, dolorosissimi. E la cosa peggiore è che fisicamente non ti può succedere nulla. Vorresti morire, ma non puoi. Ed è proprio questo che ti strazia.

 

[*Geograficamente vero: il Simpson Desert si trova nella parte centroccidentale dell’Australia]

11 anni prima, città di Xerya, capitale di Xerba l’Azzurra.

-Pa’!

-Uh? Ah ciao Xaren. Hai visto tua sorella?

-Macchè. Sarà nel Centro Generale di Ricerca.

-A quest’ora?

-Ehi sveglioni! Dimenticate che stasera Xado cena in città con Xari!

-Ah hai ragione tesoro…La memoria mi fa difetto ormai. Be’ allora se sta con Xari va tutto bene, mi sento sicuro.

-Ma dai papà…Xado è adulta ormai…E’ capo della comunità scientifica, credo sappia badare a se stessa!

-Hai ragione Xaren…Ma quando si è genitori, lo si è per sempre. Non si può spezzare mai davvero il cordone ombelicale.

-Questo dovrebbe essere la mamma a dirlo! Vabbè dai…Andiamo che è pronto.

 

-Dopo cena-

 

-Xaren, vieni…Devo mostrarti una cosa…

-Uh? Okay Pà sto arrivando.

Si sedettero fuori, mentre le stelle accendevano la meravigliosa notte azzurra di Xerba.

-Vedi Xaren, sono stato dal dottore ieri…

-C’è qualcosa che non va?

-Ecco…

-Papà dimmelo. Ogni cosa sarà meno dolorosa se affrontata insieme. Tutti insieme.

-Ho…Ho un tumore ai polmoni. Non è in stato avanzato ma vista la situazione ho pochissime probabilità di vedere la luna di ottobre. Ho sempre detto a tua madre, a te, a tua sorella che saremmo stati insieme per sempre. Non temo per me. Sono relativamente giovane, ma la vita mi ha dato tutto ciò che poteva offrirmi…Una famiglia meravigliosa.

-Grande Xerba…

-Lo so…Ed è per questo che mi preoccupavo di non vedere arrivare Xado prima…Devi proteggere la tua famiglia. E ti do questa, sperando che tu non debba mai usarla.

Gli mostrò una pistola abbastanza massiccia, e continuò a parlare.

-Quest’arma utilizza dei processi termonucleari. Può distruggere un corpo intero all’istante se regolata al massimo. Ma bada che non sarà questa a tenere unite e a difendere tua madre e Xado.

Calò il silenzio. Xaren abbracciò il padre.

In lontananza si poteva intravedere la Chepeide che lentamente calava. Davanti ala Stella alcuni puntini neri…

 

-La settimana seguente-

VROOOOOOOOOOOOOOOOM!!!!!

La moto sfrecciava u un cuscinetto d’aria. Dentro il casco Xaren sorrideva. Perché non farlo del resto? La trattativa per la fornitura di attrezzi da laboratorio nel Centro di Ricerca di Xolias era andato in modo perfetto. Però lui non poteva essere completamente felice, ricordandosi dell’imminente morte del padre. Era triste, ma non poteva fare nulla per salvare il genitore, quindi,pensava, era inutile avvilirsi troppo. La morte fa parte della vita., ed insieme non ne fa più parte.

Notò il fumo nero che saliva dalla zona di Xerya e gli venne un groppo alla gola. Sapendo la pistola infilata nella cintura accelerò al massimo, oltre i limiti consentiti.

E quello che gli apparve fu un cratere vastissimo, c’erano gli Evroniani, che poco tempo prima avevano stretto rapporti commerciali con gli xerbiani, che conducevano i medesimi avvolti da una fiamma azzurra.

E in mezzo ad un gruppo riconobbe i suoi parenti, senza fiamma, mentre venivano portati in disparte.

Suo padre venne fatto inginocchiare. Gli Evroniani ridacchiavano, uno puntò un fucile alla testa di Xireed, il padre di Xaren, mentre Xedya, la madre, si girava per non vedere.

E in un momento, Xaren prese la pistola, la caricò un piccolo T-CLACK, puntò e premette il grilletto.

>>>BLAAAAAAAAMMM!!!<<<

Una scia di fuoco sfrecciò in basso, seguita da un lungo serpente di fumo.

-Grande Evron! Cosa sta…

Non fece in tempo ad accorgersi di ciò che accadeva, perché venne immediatamente colpito dal proiettile nucleare. In un attimo la sua testa esplose intorno, inondando di emoevron le rocce e gli altri che gli stavano vicino.

-PER EVRON!

-MALEDIZIONE FUGGIAM….SPRATCH!!!!!!

Anche il Capitano venne colpito alla testa.

L’ultimo soldato rimasto si girò puntando il fucile verso Xaren. Nei suoi occhi si leggeva l’enorme terrore della morte che aveva.

“Non voglio ucciderlo…”

“Devi Xaren.”

“Devi.”

“No…”

“Devi!”

“Devi!”

“Fallo!”

“N-no…”

“FALLO!!!”

Prese la pistola. Caricò di nuovo. Il soldato sparò.

-Grande Evron! NOO! NO! NOOOOOOO!

Il colpo non era preciso. Quello di Xaren lo sarebbe stato.

“N-no…”

Ma aveva già il dito sul grilletto.

“No…”

>>>BLAAAAAAAMMMM!<<<

Il colpo aprì un enorme buco nel petto dell’ Evroniano, che morì all’istante.

-No…No…

-XAREN! ATTENTO!

Era suo padre.

-Cos….AAGH!

Venne colpito alle spalle. “Trucco vecchio…Maledizione”.

Due soldati gli sottrassero la pistola e iniziarono a pestarlo a sangue.

Altri due presero i suoi genitori e puntarono loro i fucili alla testa.

-NOOOO! VI PREGO! UCCIDETE ME! VI PREGO! VI PREGO!

Suo padre lo guardò e gli disse: -No preoccuparti per noi. Moriamo soffrendo. Soffrendo perché non abbiamo saputo darti un futuro, Xaren. A te e a tua sorella. Ci dipiace.

La madre annuì.

-SILENZIO LURIDI PORCI XERBIANI!

-NOOOO! MAMMA! PAPA’! VI PREGO…NO!!!!!!!

Quell’urlo non l’avrebbe più dimenticato.

>Blam!

>Blam!

Due colpi, e i suoi genitori caddero esanimi a terra. Xaren avrebbe voluto urlare, ma non aveva più fiato in corpo. Anzi gli pareva di non avere più niente, in corpo. Si sentiva vuoto. Non  sentiva neppure più dolore. Non sentiva nulla. Tutto era troppo irreale, per essere vero. E poi, invece di svegliarsi, s’addormentò, colpito alla testa da un soldato con il calcio della pistola.

Più tardi si sarebbe risvegliato, scoprendo della distruzione del Centro Ricerca dove lavorava Xado. E per 11 anni avrebbe vissuto con i rimorsi di quel giorno. Gli Evroniani non l’avrebbero mai ucciso, l’avrebbero trasformato in un killer a servizio dell’Impero. Il suo soprannome sarebbe diventato il Debitore, in xerbiano Xerdhoom, ( contrario di Creditore, in Xerbiano Xadhoom).

Non avrebbe mai voluto uccidere qualcuno, ma quello sarebbe diventato il suo lavoro.

“avrebbe” e “sarebbe”. Due verbi che mai aveva pensato di utilizzare per il suo futuro. Un futuro che non doveva essere, ma che era già stato.

 

Capitolo V

L’Azzurra

 

Pikappa si svegliò. Aveva un’emicrania terribile, non ricordava niente di quando era stto prelevato dal deserto australiano.

-Salve Pk…Dormito bene?

-Chi sta…?!

C’era un essere alto e massiccio dall’altra parte della sua “stanza” , ovvero una  cella lunga 3m e larga quasi altrettanto. Dalla finestrella filtrava la luce del giorno…Ma il giorno di quale pianeta? L’essere, Pk se ne accorse subito, era uno xerbiano.

-Chi sei?

-Ma che fai, parli per monosillabi? E fai anche domande alquanto scontate…Sei davvero un essere intelligente?

-Senti, se sei qui per rompere le balle, puoi andare a farti un giro!

-E dove? Sono prigioniero come te, Paperinik.

-Prigio…E dove?? Dove ci troviamo?

-Siamo su Nova Xerba. Quella che vedi sorgere è la stella Xadhoom.

Pk si voltò di scatto. Eccola lì Occhibelli, più meravigliosa che mai, mentre sorgeva, mentre poteva essere ancora vista ad occhio nudo senza rischiare. Ma il panorama che si illuminava era tutto fuorchè gioioso. Fiamme. Fumo. Macerie. Resti di quella che era forse stata una città.

-Dio buono ma cosa…Cosa è successo? Una catastrofe naturale? Un terremoto? Come…

-Niente di naturale Paperinik. E’ una guerra.

-Guerra?

-Evron ha compiuto, alcuni mesi or sono, delle manovre troppo vicine all’orbita xerbiana. Il governo di Nova Xerba, un partito estremista insediatosi da poco, scalzando gli scienziati, ha abbatutto alcune navette Evroniane. E il Reggente Agron ha dichiarato la guerra. Il governo era sicuro di poter fronteggiare l’Impero, ma si sbagliava di grosso. E l risultato è questo.

-Dio…

-Quale Dio? Non c’è Dio, non c’è Demonio qui. C’è solo Morte e distruzione.

-Tu chi sei? Visto che dobbiamo stare qui insieme, presentiamoci!

Xaren raccontò la sua storia, e sentendo che era fratello di Xado, Pk spalancò gli occhi.

-Fratello di….Xado??

E toccò a Pikappa narrare la storia della grande Xerbiana, del nuovo Sole, delle sue lacrime di Stella.

Alla fine, Xaren si voltò verso il sole che nasceva, fuori dell’oblò, illuminando un mare (un oceano? Un lago?) che si estendeva a destra delle rovine fino all’orizzonte, lasciando intravedere dei monti. Insignificanti visti da lì, ma che pian piano divenivano azzurri nel tripudio di colori che l’alba di Xadhoom stava provocando. Pk non avrebbe mai chiesto a Xaren se stava piangendo in quel momento, e soprattutto se piangeva di gioia nel sapere che la sorella non era caduta nelle mani di Evron o di tristezza, nel capire che sua sorella non gliel’avrebbe ridata più nessuno, che l’aveva persa, proprio come i suoi genitori.

-Xaren…Lei non è morta. Non può esserlo. Come può essere morto chi dà costantemente la vita a milioni di altri esseri?

E lui sorrise. Nonostante tutto l’incolmabile dolore, sorrideva, capendo che Xado era…è viva. E lo sarà per sempre.

>>KLAAAANNG…<<

-Che diav….!!!!

Il pavimento sotto di loro si aprì, le panche si staccarono dal muro, scaraventando i due di sotto, e, dopo un volo di 5m, Pk e Xaren caddero in acqua.

-DIOSANTOOOOOO!!!!!!!! >SHAADDD!<

Poi, il Buio.

***

Buio. La notte era calata da diverso tempo…Ma da quante ore? Pk si sentiva come se avesse spostato tutti i mobili di Paperina per 2 o 3 volte di seguito. In più, la sensazione dell’essere immerso nel fango. Si alzò a fatica, accecato da un faretto posto su un albero, che illuminava il luogo come un campo da baseball.

-Yeech….Fango.

Le zanzare gli ronzavano intorno. Xaren era in piedi qualche metro più in là. Guardava nella direzione opposta all’enorme massa d’acqua verdastra, probabilmente un fiume, perchè Pk non sentiva sale in bocca.

-Xerbiano, ma che stai guardand..oh Dio.

Un altro mare. Ma i corpi straziati, di lamiere incendiate, di sangue, di ossa.

-M-mio D-Dio…Cosa è…Come…

Xaren guardava attonito.

Poi parlò.

-Feroox. Bestie di un sistema solare poco lontano da qui.Gli Evroniani le usano per fermare i camion armati in fuga verso i covi della Resistenza, all’interno.

-RYAAAAAAAARRGHHHH!!!!!!

-Macchecca…!!!!

Un peso enorme piombò su Paperinik, facendolo rotolare per alcuni metri di terra, e poi si fermarono. Un volto da Evroniano, ma gli occhi non avevano nulla di razionale.

 

Capitolo VI

 La belva

 

Una bestia. Che ringhiava e minacciava Pk mostrando una trentina di denti aguzzi e gialli disposti su due file.

-Cribbio, non posso sparare, sono troppo vicini…Allora…

Pk pensò di essere perduto. Strano, perchè in tutto quel tempo non aveva neppure pensato di poter morire. Lui, morire! Invece…

-Pk! Al volo!

La pistola di Xaren volava in alto, verso di lui. Pk la afferrò facilmente.

“Che signor lancio.”

Ma poi esitò. Doveva…Uccidere? Di nuovo?

-MERDA! SPARA PAPERO!

“No..NO! Non posso! Non di nuovo! NOOOO!”

Ma doveva .

L’Evroniano era troppo irrazionale per capire che quell’oggetto ne avrebbe decretato la fine.

Pk chiuse gli occhi, dopo aver puntato l’arma nel becco dell’essere, e poi premette il grilletto, sperando fosse breve, ed indolore.

Un’esplosione. Un lampo di luce, abbastanza luminoso da proiettare nel buio davanti agli occhi dell’eroe un lampo rosso. E poi la pioggia calda di emoevron sul suo corpo rannicchiato, l’odore di plastica bruciata, il rumore di un’altra esplosione seguita dal franare di rami. Pk aprì le palpebre. L’evroniano aveva un enorme squarcio ai lati del quale si notavano i resti del becco. Un occhio era schizzato via, ma l’altro era ancora dannatamente pieno di odio primitivo. Il mostro si accasciò sulla destra. Xaren accorse.

-Possenti Dei! Questa belva era davvero incredibile! Di un evroniano normale sarebbe rimasto ben poco dopo un colpo simile!

Pk si alzò. La testa gli scoppiava. Gettò la pistola addosso allo xerbiano, in una solta di disgustoso rigetto. Uccidere per sopravvivere. Mors tua, vita mea. Le frasi fatte non cambiavano certo la realtà. Aveva ucciso di nuovo.

-Un evoniano feruxita, col DNA modificato grazie all’RNA di un Feroox.

Chi se ne frega, pensava Pk. Anzi, neppure. Pensava solo una cosa.

“Via. Portatemi via. Voglio andarmene da quest’Inferno, non voglio rimanere da solo. Via”

-Via. Via.

-Che?

-…

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