BACKSTAGE

L'essenziale per la comprensione di questa storia è già stato detto nella prefazione, quindi stavolta mi limiterò ad alcuni commenti integrativi.

PK/DARK AVENGER

Il dualismo che si crea tra Pk e Dark Avenger è alla base della storia, e ha quasi del taoista. Pk è l'eroe buono, il puro di cuore, quello che è venuto a combattere per salvare i ribelli; Dark Avenger è invece il suo lato oscuro, lo spietato tiranno che vuole soggiogare il mondo e schiacciare la Resistenza. Semplice, no? Neanche per sogno. Pk e Dark Avenger si rendono subito conto di essere due facce della stessa medaglia, opposte e complementari. Pk è buono, ma è incattivito dai traumi che ha subito; in questo momento sta attraversando una profonda crisi interiore, che coinvolge i suoi capisaldi morali e talvolta mina la sua capacità di giudizio, tanto che spesso si comporta in modo duro, arrabbiato, furioso con il mondo ma soprattutto con sé stesso perché riconosce l'embrione del proprio modo violento di agire in Dark Avenger (ricordate, il finale di Vittime di Guerra getterà piena luce su questo punto). Dark Avenger, invece, è malvagio: vuole dominare il mondo, imporre il suo modo di vedere le cose, sbarazzandosi in modo violento di ogni opposizione. Ma non lo fa, almeno nella sua visione, per egoismo, bensì per altruismo. A modo suo, Dark Avenger è il più generoso degli eroi, ma purtroppo è vittima egli stesso della sua follia. Le ragioni dell'instaurazione del regime di Dark Avenger non scaturiscono da un moralismo fine a sé stesso, ma sono da ricercarsi nella profonda delusione della società e dai terribili traumi a cui è andato incontro dopo le vicende di Vittime di Guerra in versione alternativa e oltre. Nella sua follia, per quanto contorta, c'è logica, metodo, lucidità: la trasformazione della società che opera non deriva solo da un suo delirio di onnipotenza (che, come vedremo, avrà una radice in SPIRITI DEL MALE), da un desiderio di accentramento assolutistico di potere nella figura divinizzata del tiranno (anche se da' questa impressione), ma dalla ricerca di un ordine morale imposto che Pk sente ormai perduto e che può essere ripristinato solo con la violenza e il proprio sacrificio, finanche si trattasse della propria umanità. La divinizzazione propagandistica esagerata della sua figura e il suo modo di agire altro non sono che un sottile instrumentum regni. In parole povere, Pk non vuole essere Dio per sé stesso, ma per portare la "pace" nell'universo: tutta la pericolosità effettiva delle sue intenzioni però è insita proprio in questo distorto concetto di pace, che non è libertà ma prevaricazione, repressione sistematica della personalità dell'individuo che altrimenti nella sua visione porterebbe al caos. Le buone maniere hanno fallito, l'impianto morale in cui credeva è crollato come un castello di carte, l'innocenza è andata perduta per sempre: da questi pensieri derivano soltanto dolore e rabbia, che hanno come unico sfogo la violenza contro lo stesso mondo che li ha causati. Ormai non hanno più importanza i sentimenti personali, né i principi di libertà individuale: tutto è immerso nelle tenebre, e per liberarlo bisogna agire con decisione implacabile e spietata. In realtà Dark Avenger vede le cose in questo modo: l'instaurazione del suo regime duro e il sacrificio della propria innocenza sono IN FUNZIONE della protezione che vuole offrire alle persone: cioè, nella sua mente Dark Avenger sacrifica la propria personalità e la propria anima per il bene comune. Non conta neanche l'affetto che lega zio e nipote: infatti in questo progetto di ordine globale che Dark Avenger si è costruito non c'è spazio per i sentimentalismi, anche il proprio nipote, sangue del suo sangue (in realtà, come si saprà, Pk e i nipoti non sono biologicamente parenti, ma l'effetto non cambia), diventa sacrificabile. È in questa ottica che va vissuta Futuro Imperfetto: la ricerca di un ordine superiore come riparo ad un mondo immerso nel caos, da parte di un individuo che a causa di esso ha perso la ragione ma potrebbe comunque realizzare i suoi scopi. La morte di Qua, che TUTTI i personaggi vivono con grande sofferenza, serve a far emergere appieno i loro conflitti. A Dark Avenger serve come strumento, per uccidere definitivamente ciò che di umano è rimasto nel suo cuore, sempre con lo scopo di portare la pace nel mondo; Pk e Qui invece fanno un passo avanti nel loro delicato rapporto, in un climax di violenza fisica e psicologica che sviscera a fondo i loro punti di attrito. Inizialmente Pk vede il nipote com'era da bambino, ma presto si rende conto che le sofferenze subite lo hanno indurito, reso freddo e insensibile nel cuore, e questo lo mette a disagio, fino al punto che, vedendo gli sforzi di Qui per impedirgli di salvare Qua, crede che non gli importi niente di suo fratello, e questo gli causa uno sfogo di rabbia; ma vedendo le lacrime del nipote, capisce che la sua non era indifferenza, ma coraggiosa capacità di sopportare in silenzio il dolore, formata in anni di lotte. Il dolore che prova Qui è uguale, se non superiore, a quello che prova Pk, ma Qui è temprato abbastanza per capire quando non è possibile salvare un soldato, anche se si tratta di suo fratello. La legge della necessità militare è quella che governa l'affetto fra i due gemelli, come si inizia a capire fin dal primo capitolo. Si vogliono disperatamente bene, ma sono soldati e come tali devono comportarsi.

Con la violentissima esecuzione di Qua, Pk sembra fare un ulteriore passo verso il baratro, ripromettendosi di uccidere volontariamente Dark Avenger per vendicare il nipote. Il confronto diretto è il capitolo fondamentale di tutta la storia, perché Pk si trova faccia a faccia con la sua parte più oscura , ormai priva di controllo. L'eroe, messo a confronto con sé stesso, riconosce la malvagità di Dark Avenger come deformazione della sua e si rende conto che il suo modo d'agire più recente stava innescando una spirale di autodistruzione. Nel capitolo successivo, il cerchio si chiude: Pk medita su ciò che ha visto, e si costringe a tornare ad essere quello di prima. La determinazione di Pk e Dark Avenger, ancora una volta, è speculare: se uno rappresenta il bene e vuole uccidere la sua parte malvagia, l'altro rappresenta il male e vuole eliminare la sua parte buona. Ognuno è il riflesso inverso dell'altro, e il loro odio è profondo e reciproco.
Questo conflitto culmina nel Cap. 13, dove il desiderio di annientamento reciproco delle due nature di Pikappa culmina in un furioso scontro frontale. E' molto importante il fatto che i due scelgano di affrontarsi a mani nude, del tutto privi di armi o poteri: indica il loro desiderio di toccare con le mani la carne della propria parte avversaria, di distruggerla con le proprie uniche risorse, con la propria furia bestiale. Combattendo, i due sono mossi dal puro istinto, e da niente altro. La natura del loro confronto è a tutti i livelli: sia fisico, che mentale, che ideologico. La lotta continua all'ultimo respiro, mentre la situazione si fa sempre più disperata; finché, a un certo punto, non arriva la rivelazione. La frase che pronuncia Pk è il nocciolo di tutta la vicenda: "Se Dio ci avesse voluto angeli… CI AVREBBE DATO LE ALI!". Il significato è che essere umani è sinonimo di essere imperfetti, ma allo stesso tempo implica la capacità degli uomini di divenire migliori, di superare le proprie debolezze con la forza e il coraggio, e la speranza, senza bisogno di imporre loro una grottesca perfezione o privarli della libertà. Dark Avenger è pur sempre una incarnazione di Pk, cioè di un individuo dal cuore fondamentalmente buono, e non può non capire la verità che gli balza davanti agli occhi: in un istante di illuminazione comprende il suo errore di fondo, salvando la vita a Pk, che è la sua parte migliore, e quindi anche un po' a sé stesso. La storia per Paperinik finisce così: non appena torna a casa, il suo primo pensiero è lavare via tutto quell'orrore ricercando il contatto con la sua famiglia, e specialmente con i suoi nipotini, facendo di tutto per evitare il ripetersi del male a cui ha assistito.

QUI e QUA

Secondo me Qui è il personaggio più complesso e interessante della storia, e forse anche quello che mi è venuto meglio. Alla conclusione della vicenda non abbiamo ancora deciso se ci sta simpatico o antipatico, perché il suo carattere ha talmente tante sfaccettature che risulta difficile giudicare le sue azioni nella sua interezza. All'inizio, pensiamo a Qui come il fratello più coraggioso dei due, quello che ha veramente "tirato la carretta", mentre Qua sembra il più debole. Di lui sappiamo che è un ribelle, che lotta per la libertà, che è coraggioso, leale, idealista, che ha sofferto molto ed è disposto a tutto per liberare la città dal suo stesso zio, a cui se da un lato vuole molto bene (lo vediamo quando abbraccia Paperino) dall'altro cova verso di lui un profondo astio per quello che ha fatto, che ogni tanto emerge nei momenti di rabbia (Capp. 3, 4, 6). Da questo punto di vista non possiamo che simpatizzare con Qui; ma in altri momenti emerge di lui un altro lato della sua personalità, ben più oscuro e cinico, che ci mostra quanto effettivamente gli anni nella Resistenza lo abbiano segnato. Sembra privo di scrupoli, e uccide senza rimorsi, al punto che lo stesso Pk rimane impressionato dalla sua freddezza, che però per Qui è perfettamente normale. Anche quando si trova di fronte al dott. Harris, il traditore, sulle prime sembra che decida di risparmiarlo, ma poi invece lo uccide, oltretutto gustandosi profondamente questa vendetta. In questo frangente la sua scelta sembra più dettata dall'amore che provava per Reiko, dalla gelosia, e quindi dalla morte di lei, piuttosto che da un vero senso di giustizia; da parte mia, questa azione è difficile da giudicare, perché non saprei dire se è giusta o sbagliata, anche se getta sul personaggio una luce essenzialmente negativa. Dunque l'idea che avevamo sembra capovolta: Qui è cattivo. Ma, di nuovo, il finale sembra rimescolare le carte in tavola. Mentre guarda il cielo, e poi se ne va, Qui assume di nuovo l'aria del ribelle generoso, coraggioso e solitario, che una volta compiuto il suo dovere rifiuta gloria e onori e semplicemente sparisce. Badate bene, l'andar via di Qui non è un semplice allontanarsi: è uno SPARIRE. Qui non se ne sta solo andando, è come se stesse svanendo: ora che il suo compito è finito e non è più necessario il suo contributo, è quasi come se... cessasse di esistere. Accompagnato dal fantasma di tutti i combattenti della Resistenza, se ne va per quella strada deserta, mentre il nuovo giorno sorge, annunciando la speranza di un nuovo domani per coloro che sono stati salvati.
Qua invece incarna lo spirito del ribelle. E' il fratello che ha conservato di più il suo lato umano e sensibile, ma se questo all'inizio lo fa sembrare più "smidollato" ben presto ci si rende conto che il suo coraggio è pari, se non superiore, a quello di suo fratello. Il suo rifiuto di piegarsi alla tirannia è totale, e anche quando la paura e il dolore lo stringono nella loro morsa lui rifiuta di rinunciare ai suoi ideali, arrivando a morire per essi e scatenando in tutti una serie di complesse reazioni. Angus, toccato dal coraggio del ragazzo, riesce a ritrovare anche il suo e constatata la mediocrità della sua esistenza si uccide (per la questione del sigaro, dovete leggere come fosse: "quello che alla sua mente appariva come un sigaro", per dire che gli sembrava quasi di stare per compiere un'azione naturale, cioè il suicidio è la conclusione naturale della sua vigliacca esistenza come il fumare il sigaro era un'azione abitudinaria prima), Reginella si rende conto che il suo vecchio amore non esiste più.

HOPE e i poteri di Pk

L'apparizione della bambina accanto a Quo, prima della morte di Qua, è molto importante e mette quasi il punto sulla sua natura. Vi preannuncio che nella seconda parte di Vittime di Guerra la sua identità NON sarà stata ancora svelata, quindi non dovete ancora sapere chi è davvero. La conclusione e la risoluzione di tutti i misteri arriverà in Spiriti del male, insieme a un fondamentale approfondimento sui poteri latenti di Pk, che in Futuro Imperfetto vengono lasciati volutamente in sospeso. Nella prossima storia ci si renderà conto che tutto quello che si è visto faceva parte di un disegno ben più grande, di cui Pk dovrà affrontare le conseguenze. Vi consiglio anche di ricordarvi bene la trama dei sette oggetti magici, perché in futuro torneranno e assumeranno una enorme importanza.

REGINELLA

L'inserimento del personaggio di Reginella è stato dettato da diverse esigenze. Prima di tutto, in questa storia non volevo personaggi nuovi: appaiono solo personaggi collaudati, ripescati o comunque già apparsi, nei fumetti Disney o in altre nostre Pkstorie. Secondo, per una volta ho voluto che anche l'eroe avesse uno sfogo romantico! E possibilmente, qualcosa di più concreto del dubbio idillio con Xadhoom... Paperina non era adatta, e infatti ha fatto una brutta fine. Chi potevo prendere? Reginella mi saltò subito in mente. Era perfetta. L'unica donna che Paperino/Pk avesse veramente amato alla follia e durevolmente nella sua vita, dimentico del suo stanco rapporto di eterno fidanzato con l'infedele e capricciosa Paperina o di altre occasionali fiamme. Una donna di carattere, coraggiosa, che avesse in sé la grandezza di una regina ma nei sentimenti fosse una ragazza qualunque. Terzo, ho voluto fare una citazione a me stesso: dovete sapere che, molto tempo fa, agli inizi della saga di PK (forse erano i tempi del #1), avevo avuto un'idea per una Pkstoria intitolata "Attacco a Pacificus", in cui gli evroniani invadevano il pianeta di Reginella e Paperino accorreva nelle vesti di Pk a salvarla. Quella storia non fu mai realizzata, ma ho voluto inserirne un accenno in Futuro Imperfetto, magari nella speranza che qualcun altro raccolga il suggerimento e ne tiri fuori qualcosa di serio.
Ho immaginato che Reginella fosse ridotta in quello stato dopo l'ultimo capitolo della sua saga, pubblicato qualche anno fa su Topolino, in cui compiva un grosso sforzo con i suoi poteri e poi ricompariva coperta da un saio nero, che copriva le sue fattezze di cui ci veniva suggerita la degenerazione. In Futuro Imperfetto, oltre che fisicamente, è distrutta anche psicologicamente, perché è stata soggiogata dall'amore malato e possessivo di Dark Avenger, che lei si rende conto essere l'assassino virtuale di Paperino, di cui lei era innamorata, e che ritrova invece vivo in Pk. La forza vitale di cui Pk è portatore si trasmette anche a lei, che dopo tanto tempo ritorna a sentire il suo cuore battere dal sentimento, e ricomincia a credere che ci sia speranza per questo mondo. Ma perché il mondo si rinnovi, è necessario concludere il vecchio ciclo. Di questo ciclo fa parte anche lei, e dunque è necessario che con la sua chiusura anche lei debba scomparire: e dunque decide di far terminare la sua vita, così come l'aveva vissuta, e trovare finalmente la sua pace. Una sua esistenza successiva non avrebbe avuto alcun senso: ora ha ritrovato la felicità, le sue sofferenze hanno avuto un senso, e non è più necessario che lei viva. Pk capisce tutto questo, e ignorando i suoi stessi sentimenti, senza aggiungere altro, la lascia al suo inevitabile destino

WISECUBE

Wisecube ci fa tenerezza, ci ispira rispetto, ma tutto sommato è un personaggio un po' ambiguo anche lui. Vecchio soldato ed eroe fondatore della Resistenza, Wisecube sa anche sfruttare strategicamente gli elementi che potrebbero dargli vantaggio: per questo non si fa scrupoli a trascinare Qui e Qua in una guerra contro loro zio, facendone dei soldati e degli assassini nella speranza che Dark Avenger si trovi in difficoltà nel combatterli (aspettative che verranno deluse). Abbiamo quindi un altro personaggio ambiguo, a metà tra il bene e il male, le cui azioni sono prive di scrupoli ma dettate dalla necessità e quindi difficili da valutare.

UNO

Uno non è cattivo, è solo costretto a servire Pk, e se sembra provarci gusto è solo a causa della riprogrammazione. Una volta liberato, infatti, riprende a essere sé stesso... solo, un po' più figlio di... >ehm!< :)))

LA STANZA DI DIO

Anche se sembra quasi incidentale, la scena della stanza di controllo globale di Dark Avenger è un altro punto fondamentale nell'approfondimento della sua figura, perché ci fa capire quanto profondamente Dark Avenger sia caduto nell'ossessione insana di controllo maniacale. La monumentale sfera coperta di schermi, tramite i quali il suo sguardo arriva ovunque, è l'incarnazione pratica del suo delirio di onniscienza finalizzata all'estirpazione del male. In quel suo mostruoso tempio, Dark Avenger diventa virtualmente Dio, e il suo spirito compenetra nella città, la permea: nella sua mente, grazie a quella stanza Dark Avenger è in grado di diventare tutt'uno con Paperopoli. La sua alienazione diventa totale.


Un appunto: il Grande Fratello. Non pensiate che con quella frase abbia voluto scimmiottare i magnifici 10 tanto di moda, che non si meritano neanche di venire citati in una Pkstoria degna di tal nome. Intanto perché quel paragrafo e' stato scritto singolarmente almeno un anno e mezzo fa, quando in Italia l'invadente trasmissione non era ancora arrivata; secondo, qui nelle mie intenzioni la citazione era al vero Grande Fratello, quello di cui Orwell parla in 1984 (se non sbaglio), non quello di Canale 5 con Taricone e seguito di Rose e Ottusangoli. Tutto Futuro Imperfetto e' quasi un grosso omaggio a questo libro, che è stato quello che di fatto ha lanciato tutto il filone dei futuri distopici. Naturalmente queste citazioni non sono le uniche, e mi auguro vivamente che non vi siate lasciati sfuggire quelle da Il Tagliaerbe...

DEMOCRAZIA VS. ASSOLUTISMO

Come avrete capito, dal confronto ideologico tra Pk e Dark Avenger scaturisce il dibattito sul vero tema centrale della storia, ovvero: è meglio la democrazia o l'assolutismo? A un certo punto della mia vita mi sono accorto che per me il problema esiste, e non è scontato, soprattutto dal punto di vista della giustizia dello stato. Sono stanco di vedere gente (dai politici agli eroi di carta) che si riempie la bocca di belle parole, mentre i delinquenti escono di galera senza aver scontato pene che si meriterebbero, i clandestini invadono impunemente il nostro paese portando un po' di forza lavoro e un sacco di mafia, droga, prostituzione, terrorismo ecc. Noi siamo buoni. Noi non vogliamo la pena di morte. A noi non importa se un pedofilo stupra e uccide qualche povero ragazzino, o se qualche scafista affoga dei disgraziati, o se un criminale investe un bambino per strada e se la da a gambe... l'importante è che ci mostriamo comprensivi e li perdoniamo! MA ANDATE AL DIAVOLO! Contro gente simile Dark Avenger usa il pugno di ferro, e io ammetto di essere dalla sua parte. Io sono ancora giovane, ma ho già visto abbastanza per essere deluso dallo stato e dalla legge, al punto che ho smesso da tempo di crederci. Le posizioni di Pk appaiono deboli, al contrario dei convincenti esempi portati dal suo alter ego. Sarebbe semplice che il problema si esaurisse qui, ma purtroppo non è così, nella finzione del fumetto come nella vita reale. Il regime di Dark Avenger, nel tentativo di eliminare certe brutture, ha eliminato anche la libertà a cui ognuno di noi ha diritto, ha tolto alle persone la capacità di scegliere, e questo fa riguadagnare punti alla democrazia nella scelta di Pk: la sua conclusione è che la libertà ha i suoi difetti, ma non è possibile privarne l'uomo perché senza di essa non si può vivere, e l'aridità di Paperopoli ne è la traduzione fisica.
Il match tra le due forme di governo, quindi, per quanto mi riguarda si risolve in un pareggio: nella mia idea, il governo giusto (non perfetto, perché non esiste un governo perfetto) è quello duro con chi si comporta in modo malvagio, ma che non soffoca le persone e non impone loro la rinuncia alla loro identità di soggetti pensanti.

IL FATO DEI PERSONAGGI

Non posso negare l'evidente gusto con il quale massacro decenni di storia e tradizione Disney :).
Le parti in cui spiego la fine che hanno fatto i personaggi classici della famiglia dei paperi sono le uniche della storia in cui mi concedo un po' di dissacrante umorismo, e mi scusino i numi tutelari della Disney, la buon'anima di Carl Barks (per cui ho grande ammirazione) in testa. Ho voluto sfogare per una volta tutte le mie pulsioni distruttive sui personaggi che più mi erano antipatici o che, anche se mi erano simpatici, ho voluto punire una volta tanto. Paperone è schiattato, Brigitta si taglia le vene, Paperina fa la puttana (in realtà, gingillandosi capricciosamente tra Paperino e Gastone, la fa anche adesso :-P), Gastone è impotente e ha perso il suo bel boccolo biondo da aristocratico con la puzza sotto al naso, Amelia si è data al turismo, Ciccio, Paperoga e Sgrizzo finalmente ci sono rimasti secchi... AH, CHE LIBERAZIONE!!! :D

Sperando che abbiate gradito anche le citazioni da Doom e Quake, vi lascio su queste note spiritose. Alla prossima! :)

 


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