Titolo: Guerra di frontiera (Ep.2)
Autore: Simone “MxM” D’Anastasio
Età consigliata dall’autore: 12+
Timeline: non è inseribile in un periodo preciso, necessita la conoscenza di tutta la saga di Pkna. Va comunque posto dopo “Guerra di frontiera ep.1” dello stesso autore.
Genere: azione/drammatico
Recensioni:

    • Everett: Ottimo lavoro!! Non vedo l’ora di leggere la continuazione!! Dal punto di vista narrativo, inoltre, mi sembra migliore rispetto a gdf ep.1 !!
    • Trauma: Mmmmh…una bella storia, non c’e’ che dire. Pero’ miaspettavo di meglio, e devo essere onesto, non sono un grande fan delle amiguita’…e questa fanf e’ abiguita’ allo stato puro!

GUERRA DI FRONTIERA (ep.2) by Simone MxM D’Anastasio

 

Interludio I

XXIII secolo

Neo Athens, Illinois, USA.

Anno 2240

 

La bottiglia era rovesciata sul tavolo. Quello che ne restava del contenuto, whisky, gocciava sugli appunti di una vita gettata via, e sulla moquette sporca e intrisa di fumo.

Fumo di sigarette, stecche su stecche, del resto quel poco di tempo libero che desiderava concedersi lo impiegava per i vizi… Fumo, alcol, e null’altro. Ma quella barba vecchia di settimane, quella moquette lurida, in definitiva, quella Babele che era il suo studio, non erano certo dettati dalla necessità economica, anzi, il suo conto in banca era tra  i più ricchi del settore. No, quello era il risultato di una vita spesa inseguendo la chimera di un amore e più di quello, la chimera di poterlo riavere indietro, di poterlo rivivere, di cancellare gli sbagli fatti senza senno, quelle “cazzate di gioventù”. Non si rendeva conto che per voler vivere non viveva più. Notte,giorno, chi se ne frega, lavorava al progetto, finchè la stanchezza e l’alcol lo stendevano in terra, sulla scrivania, (raramente) sul letto.

Ormai quasi non parlava più, a parte le parole: -Devo. Devo. Posso farlo, devo farlo.

E più niente. A parte quando c’era lei. Lei sì, davvero lo faceva rivivere.

E poi di nuovo. Di nuovo. Di nuovo.

-Devo.

 

Capitolo VII

Il buco è lì…

 

-VIAAAAAAA!!!!!! PORTAMI VIA DA QUESTO INFERNO!!!!!

“Oddio impazzisco”

-MALEDIZIONE A TE E A QUANDO MI HAI PRESO PER PORTAMI IN QUESTO MONDO DEL CA…..!!!!

“Ma che dico?”

-MALEDETTA LA TUA RAZZA E QUELLA P…… DI TUA SORELLA CHE ME L’HA FATTA CONOSCERE!!!

“No! Xadhoom no! Ma perchè urlo?”

Xaren non parlava, né ci faceva caso. Già tanti erano impazziti in quel modo, spessissimo per rinsavire.

Pk si mosse. Camminava, o meglio gattonava-correva, per allontanarsi dallo xerbiano e dalla bestia da poco uccisa.

“Inutile gridare come un ossesso. Ho ucciso, di nuovo, senza attenuanti…”

“Ti avrebbe ammazzato lui, altrimenti.”

“Cosa cambia? Non voglio fare il gioco della legge della giungla…io…io voglio tornare a casa…”

“Piangi come n bambinetto dell’asilo? ”

“…Ma con chi sto parlando? Sono ammattito…Oppure è un sogno, un incubo…”

No, non lo era. Il buco nella testa dell’evroniano era lì, sfrigolava, in un mare di emoevron.

“Di nuovo.”

Sì. Sì. La ricordava l’ultima volta che aveva ucciso, anzi, l ultime due volte. Si ricordava di Zoorghan, l’evroniano che aveva ammazzato Gorthan.  [vedi “Dalle Stelle” e “Kronos”]

“No…L’uccisi per…per…salvare Gorthan…”

Ma mentiva sapendo di mentire. Certo, Zorghaan era morto perchè l’ex-capobranca potesse sopravvivere, insieme alla sua famiglia. Ma quella era stata la riscrittura di una storia peggiore. Zorghaan era stato ammazzato due volte. E la prima volta era morto solo per un raptus di Pk. Un…momento di follia. Ma non per questo, o perchè fosse stato necessario tornare indietro nel tempo e assassinarlo di nuovo, Paperinik poteva o voleva perdonarselo. Avrebbe voluto solo capire perchè. Perchè era saltato adosso a Zorghaan e lo aveva dilaniato con gli artigli dell’armatura? Perchè era impazzito di colpo? Solo perchè era morto un suo ex(?)nemico?

E peggio, ora era morto un essere ncapace di intendere e di volere.

“Non saprà mai perchè l’ho ucciso…Non saprà mai neppure di essere stato ucciso.”

Quello che Pk non sapeva, è che presto avrebbe dovuto di nuovo impugnare armi. O forse lo sapeva, e preferiva fingere di ignorarlo.

 

Capitolo VIII

La culla della distruzione

 

-”E si piegherà tutto al tuo solo volere, e le stelle e gli spazi e i pianeti omni si sposteranno e si spegneranno al solo tuo desiderio, o Evron, che scrissi il Tuo Fato e quello dei tuoi figli perchè fossero destinati a illuminare l’universo con il loro potere.”

(Libro Terzo degli Elogi all’Impero Sommo, canto 28, vv. 1-32)

 

Agron chiuse il tomo posato sul leggìo.

“Bè, più o meno è quello che desidero io…”

Sorrideva Agron, dall’alto della nave, dall’alto del suo potere immenso. La razza che era stata la rovina del vecchio Impero, la progenie di Xerba, era lì, alla sua mercè. La culla della distruzione dell’Impero, Nova Xerba, era sotto di lui. Avrebbe potuto cancellare in un attimo milioni di anni di storia e di vita. Ma sarebbe stata solo pietà. Quello che Agron voleva, era ben altro. L’agonia era appena cominciata. E lui si sentiva compiaciuto e realizzato.

 

Capitolo IX

Ocean’s soul

 

Born from silence, silence full of it…*

 

Silenzio.

“Dove sono?”

“C-cosa sto facendo? Sono…morto?…”

“Morto anch’io…”

“Ma se questa è…la morte…no…non può…non fa neppure male…forse è solo…sonno…”

 

Perfect concert as my best friend…

 

“Sembra…di essere sott’acqua…di dormire senza dover respirare”

“Ma non vedo nulla…Non capisco…Sembra…acqua..ma…non distinguo nulla…vedo dolo questa luce smorzata e rifratta…mi pare…mi pare…di galleggiare…”

“So-sono morto. O forse dormo…Sì, sì…alla fine cos’è la morte se non…un lungo…sonno senza incubi…senza rumori…solo pace…e…”

Pace e silenzio.

E come in un film girato dal Destino beffardo, la scena semplicemente cambia…come con una dissolvenza sfumata, Pk si ritova altrove…

 

Never sigh for better world…

 

Palazzi bruciati.

Muri anneriti.

 

Un campo di battaglia.

Pk lo ha immaginato dal puzzo e dai rumori. Ma non vuole aprire gli occhi.

“E’…Un sogno. Solo un sogno. E se aprirò gli occhi, il sogno…il sogno svanirà.”

RAAAAAAAAAARGGHHH!!!!

“E se non fosse un sogno, e io non fossi morto…Non fa niente. Non voglio vivere quest’inferno…Non voglio…NON VOGLIO!!!”

Lo sentiva…Un evroniano, stava arrivando, dall’alto. Se non era un sogno, lo avrebbe dilaniato. Ma non gli importava. Più niente gli importava.

 

It’s already compost, played and told…

 

E poi….

[*= Nightwish, “Dead Boy’s Poem” frammenti. Dall’album “Wishmaster”]

Due spari. Uno dopo l’altro. Un rantolo soffocato, quasi sorpreso. Un tonfo, e i lamenti che continuavano, insieme allo sfrigolio repellente della carne viva.

Passi. Passi che si avvicinano.

Passi pesanti. E poi una voce conosciuta. Il sangue che si gela, la bocca che non risponde, le gambe molli. Gli occhi chiusi.

-Bastardi….Razza di bastardi assassini…Uomini..Donne…Bambini…Vecchi…Non avete risparmiato nessuno…Siete…dei bastardi. Dei maledetti figli di puttana.

-Kiiiii….

-ZITTO!

<BLAM!>

Il rantolo piano piano si spegne. La voce si spegne. I passi riprendono, per poi spegnersi in lontananza.

Quella voce…

Quella voce…

Quei passi…

Quell’essere spietato che aveva assasinato come una bestia un essere ormai indifeso…

“Dio dimmi che non è vero…”

…L’assassino è lui.

Lo ha sentito, la voce sicura ma bassa, baritonale, decisa quanto sprezzante e disgustata, quella di un soldato (Anzi di un killer) d’elìte.

Aprire gli occhi. Guardare la sua vittima.

-No…

La bocca parla con la stessa voce di quel papero che si è allontanato con l’arma ancora fumante.

-Dio mio aiutami…Non posso aver fatto questo…NON POSSO ESSERE IO!!!!

 

“Ma non lo hai già fatto, “eroe”?”

Aprire gli occhi, guardare, accorgersi di essere di nuovo in quell’oceano, come un’anima nel limbo.

“Non hai già ucciso degli evroniani come delle bestie?”

Gridare, domandare, urlare.

“In definitva, non sei ANCHE TU una bestia?”

Piangere, disperarsi, chiudere gli occhi, rassegnarsi…

…annuire.

 

 

Never sigh for better world…

Continua…
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